Mese: Dicembre 2016

Buon Natale Roma

gassificatore

Il primo ricordo di questa mattina mi riporta al 1980, più esattamente alle ore 20.00 del 23 dicembre, quando fui chiamato in Campidoglio da Ugo Vetere, allora assessore al Bilancio del Comune di Roma, per un incontro urgente con il Sindaco Petroselli.
Era successo che gli impianti che trattavano tutti i rifiuti di Roma, quelli di Ponte Malnome e Rocca Cencia, gioielli tecnologici che il mondo ci invidiava, passati dopo 15 anni alla mano pubblica appena nel settembre 1979, erano già entrati in sofferenza e la flotta degli automezzi non sapeva dove scaricare i rifiuti della Città.
Petroselli con il suo fare sbrigativo mi disse con chiarezza che avevo avuto ragione nel profetizzare che la pubblicizzazione degli impianti sarebbe stata un delitto e che Roma si sarebbe trovata in poco tempo in emergenza. E infatti di emergenza vera e propria si trattava. Il Sindaco, dopo un serrato colloquio di oltre un’ora, mi chiese senza mezzi termini di risolvere il problema e, accompagnandomi all’ascensore, mi disse “so che sei un uomo di servizio e salverai Roma”.
Bisognava trovare rapidamente un luogo in grado di accogliere i rifiuti di Roma. Mi misi all’opera e trovai la soluzione. Prima in una ex cava alla Cecchignola poi con Malagrotta che per 30 anni, lo dico con orgoglio, è stata la fortuna e la salvezza di Roma. Sia in termini di servizio reso, notte e giorno, alla Città sia in termini di economie (oltre 2 miliardi di euro se si raffrontano le tariffe praticate da altre discariche pubbliche italiane). E Roma fu salva per la prima volta.
Altra emergenza, affrontata e risolta nel 2013. Su Roma pendeva il rischio della procedura di infrazione aperta dall’Unione Europea il 16 giugno 2011 contro il Governo Italiano, la 4021/2011, la quale prescriveva che tutti i rifiuti di Roma nel rispetto della normativa comunitaria dovessero essere trattati e che in discarica venissero conferiti solo i residui di lavorazione. La Città era a rischio emergenza in quanto gli impianti TMB (2 di AMA e 2 di COLARI) non riuscivano, pur lavorando a pieno ritmo, a trattare tutti i rifiuti indifferenziati della città. Rimaneva un surplus di circa 1000 ton/giorno e incombeva l’Ordinanza Commissariale n. 598/U del 27 dicembre 2012 con la quale il Commissario per l’emergenza rifiuti Prefetto Sottile indicava un termine perentorio di 100 giorni per provvedervi. Il termine era stato concordato con Bruxelles e la scadenza era il 10 aprile 2013. Bisognava comunque trovare una soluzione per non andare in infrazione. E noi trovammo la soluzione: realizzare nella Stazione di Trasferenza di Rocca Cencia un impianto di Tritovagliatura. Approvato dalle Autorità e autorizzato per 10 anni dalla Provincia di Roma con Determinazione Dirigenziale RU 1228/2013, l’impianto viene materialmente costruito a tempo di record (si parlò addirittura di un miracolo) sicché dall’11 aprile 2013 tutti i rifiuti di Roma vengono trattati e avviati a recupero in circa 20 impianti sul territorio italiano, rispettando così l’impegno assunto dal Governo Italiano con l’Unione Europea e scongiurando l’applicazione delle pesanti sanzioni comunitarie (si parlava di un milione al giorno). Al tempo stesso fu allontanato da Roma lo spettro dell’emergenza rifiuti per la seconda volta.
Proprio in questi giorni, come ha riportato l’agenzia ANSA, la Commissione Europea ha archiviato la procedura di infrazione 4021 aperta il 16 giugno 2011, affermando che l’Italia, per quanto riguarda Roma e la discarica di Malagrotta in particolare, è in regola e tutti i rifiuti di Roma vengono trattati, al contrario di quanto è accaduto per Napoli e la Campania che hanno provocato per l’Italia, in esecuzione di una sentenza della Corte Europea del 16 luglio 2015, una condanna al pagamento di 20 milioni di euro forfettari oltre ad una penalità di. 120.000 euro al giorno per ogni giorno di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie ad applicare quanto previsto dalla sentenza, più o meno 43 milioni euro all’anno.
Tornando ai giorni nostri sembra purtroppo che le esperienze del passato non siano servite a nulla. Da mesi ormai Roma, sommersa dai rifiuti, è derisa e sbeffeggiata sui giornali di tutto il mondo trasformata come è in una discarica a cielo aperto. Il problema permane perché la Classe Dirigente con la sua insipienza è rimasta per anni assente non dando esecuzione alle soluzioni programmate, autorizzate e attese nei vari piani regionali rifiuti, ultimo quello del 18 gennaio 2012.
Le soluzioni, che è bene ricordare ancora un volta, erano e sono:
1) Trasformazione in energia del CDR prodotto dagli impianti TMB attraverso il processo di gassificazione
2) Realizzazione della discarica di servizio alternativa a Malagrotta per collocare solo residui e scarti di lavorazione derivati dagli impianti di trattamento.
Su questo tema ci dichiarammo all’epoca, accogliendo la richiesta del Sindaco di Roma Alemanno, disponibili a gestire con AMA l’operazione discarica di servizio attraverso un soggetto giuridico ad hoc e di recente abbiamo confermato la volontà di metterci da parte e cedere siti e soluzioni a qualificate imprese di multiutility o ad avveduti e capaci imprenditori privati purchè si agisse per tempo e si desse a Roma la soluzione in grado di restituirle l’immagine ed il decoro che merita.
Queste soluzioni comportano investimenti di centinaia di milioni di euro sul territorio, rispetto per l’ambiente e minore impatto ambientale, tariffe più basse per i cittadini romani e soprattutto occupazione assicurando un futuro ai giovani e ridando lavoro, previa riqualificazione, al personale impegnato per anni in servizi ambientali per Roma.
La messa in opera delle già previste soluzioni ai problemi avrebbe portato Roma, anche in termini economici, ad un livello di eccellenza evitandole il deprecato turismo dei rifiuti in Italia e all’estero con costi economici ed ambientali inenarrabili per la collettività.
Di questi fatti e dello loro conseguenze abbiamo costantemente informato il Governo nazionale, regionale e cittadino … ma invano.
Basta navigare in questo blog o sul sito del Colari (colari.it) per trovare tutti gli atti e la corrispondenza intercorsa.
Sulla raccolta differenziata assolutamente da incrementare il discorso è delicato e complesso.
La raccolta differenziata va sì incrementata ma prima ancora va razionalizzata sia come sistema operativo sia come valorizzazione attraverso i cd. “ecocentri” (impianti industriali altamente tecnologici) da realizzare ma soprattutto da gestire per dare all’intero complesso (raccolta e valorizzazione) un senso compiuto ed industriale. Basta solo pensare che la virtuosa Berlino lo scorso anno ha perso 3 punti arretrando dal 42% al 39%.
Anche in questo settore noi abbiamo presentato proposte chiare e concrete (trattare l’organico con produzione di biometano per autotrazione e compost in un’azienda agricola di oltre 100 ettari) e non manca neppure la proposta di adeguare la Centrale di Gassificazione di Malagrotta alle nuove frontiere che la tecnologia prospetta ed impone.
Infatti
-preso atto dell’annosa avversione da parte delle forze politiche e sociali e dei tanti comitati “anti” nei confronti degli impianti di termocombustione o di gassificazione a causa delle consequenziali emissioni (fumi) derivate dal ciclo produttivo,
-preso atto della Direttiva Europea 2015/1513 del 9 settembre 2015 che impone, a partire dal 2017, alle imprese petrolifere di utilizzare per la produzione delle benzine una miscela di almeno il 10% derivato da fonti rinnovabili,
-preso atto che l’impianto di gassificazione di Malagrotta è nella condizione di essere trasformato in un ecocentro per la produzione di metanolo partendo dal CDR prodotto dagli annessi impianti TMB attraverso un appropriato processo industriale che elimina – tra l’altro – il problema delle emissioni con conseguente FUMI ZERO,
ci siamo decisi a cedere a un Gruppo industriale specifico del settore il ramo di azienda della Centrale di Gassificazione perché, in adempimento della Direttiva Europea 2015/1513 sulla produzione di miscele per carburanti derivate da fonti rinnovabili, venga trasformata nel primo ecocentro in Italia.
Quanto alla discarica di servizio la nostra proposta è stata presentata alla Regione Lazio il 12 ottobre 2009, in forza della Legge Regionale n. 27 del 9 luglio 1998 (Disciplina regionale della gestione dei rifiuti), già esaminata e valutata positivamente dal Commissario per l’emergenza Prefetto Pecoraro con Ordinanza n. 208625 del 24 ottobre 2011, è pronta per essere realizzata in pochi mesi: necessita solo che la Regione esca dal “sonno”.
Per parte nostra stiamo chiamando in giudizio i responsabili, di ogni ordine e grado per rispondere davanti al Giudice, del “Misfatto ambientale romano”.
Con la coscienza tranquilla di aver rappresentato e proposto una soluzione che può salvare Roma per la terza volta e, confidando nel detto popolare “non c’è due senza tre”, auguro a tutti un Buon Natale!

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Malagrotta, l’Europa chiude l’infrazione

Rifiuti: Malagrotta; chiusa infrazione Ue, Italia in regola Ansa 9 dicembre 2016
Fonti, ha dimostrato che discarica riceve ormai rifiuti trattati

BRUXELLES – La Commissione europea ha deciso di archiviare l’infrazione nei confronti dell’Italia per la discarica di Malagrotta (Lazio), il sito di rifiuti più grande d’Europa. Lo si apprende da fonti comunitarie a Bruxelles.

L’infrazione è stata chiusa – precisano le fonti – perché l’Italia ha dimostrato, anche attraverso ispezione nei siti, che nessuna delle discariche ”attive” riceve ormai rifiuti non trattati e che il sistema di gestione dei rifiuti, con particolare riguardo alla capacità di trattamento meccanico biologico, è ora in equilibrio, grazie anche alla realizzazione dell’impianto di Guidonia. Bruxelles ora intende avviare un monitoraggio sulla gestione del percolato dopo la chiusura.

Nel caso di Malagrotta, l’Italia era stata condannata nell’ottobre del 2014 dalla Corte di giustizia dell’Ue perché nella regione Lazio risultavano conferiti in discarica rifiuti non adeguatamente trattati, e perché mancava una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione dei rifiuti. Va detto che da uno studio commissionato dall’Esecutivo Ue su 80 discariche in Europa emerge che il requisito dei pretrattamento dei rifiuti è rispettato all’incirca in una sola discarica su tre.

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